Un abbinamento particolare, quello che si presenta all’Ospitale di Rubiera (RE) il 16 luglio con l’anteprima di “Sarà una bella società”. L’autore è infatti il giornalista e saggista Edmondo Berselli, autore di fortunati volumi, fra cui il recente “Venerati maestri” (2006), mentre l’interprete principale è Shel Shapiro, l’indimenticabile cantante dei Rokes, uno dei principali complessi che introdussero la musica beat in Italia, negli anni ’60.
Lo spettacolo, dice l’autore, è nato per “raccontare la storia di alcune generazioni, con lo strumento popolare delle canzoni, e con la voce e il volto di un protagonista, Shel Shapiro, che si presenta sul palcoscenico a evocare una storia con la sua stessa presenza: la voce, la chitarra, la sua stessa immagine anche fisica rappresentano un esercizio mentale irresistibile, che serve per recuperare il clima di un´epoca, lo spirito del tempo, l´intera psicologia di chi ha attraversato gli anni Sessanta e Settanta".
L’Italia del boom economico assimilò in fretta l’aria dei cambiamenti culturali e di costume che già permeavano l’area anglosassone del mondo. Prima che sul piano politico, questa rivoluzione degli anni Sessanta si fece strada nei comportamenti, nelle mode, nei pensieri collettivi, e nei testi delle canzoni. La musica amplificò la protesta. I Rokes, in Italia, ne furono i fortunati portavoce, con brani rimasti nella memoria di tutti come la mitica “Che colpa abbiamo noi?” e “E’ la pioggia che va”. Tra le parole di Edmondo Berselli e Shel Shapiro, il sound di quegli anni scava nella memoria e induce a chiederci che cosa sia rimasto di quel fermento e di quelle emozioni.
Con la regia di Ruggero Cara, e in un allestimento scenico curato da Rossana Monti, Shapiro si presenta affiancato da una band composta da Alessandro Giulini (tastiere, fisarmonica, voce), Daniele Ivaldi (chitarre), Luigi Mitola (chitarre, dobro, mandolino), Mario Belluscio (basso) e Ramon Rossi (batteria e percussioni).
Info: 0522 621133
Teatro